Il nuovo studio di Swiss Life esamina i rischi previdenziali legati al lavoro a tempo parziale, al divorzio e alla convivenza. Vi si evidenzia che in Svizzera i percorsi professionali e i modelli di famiglia stanno cambiando, il che comporta in particolare opportunità per le donne, ma anche nuove sfide sul fronte della previdenza per la vecchiaia.

Per il gender pension gap giocano un ruolo fondamentale le differenze che sussistono tra donne e uomini sul piano del reddito proveniente dall’attività lucrativa sull’arco della vita, riconducibili principalmente alla riduzione del grado di occupazione delle madri. Anche se il divario medio di genere nel grado di occupazione tra il 1996 e il 2022 è sceso da circa 40 a 24 punti percentuali, e dovrebbe ridursi ulteriormente, non scomparirà in un futuro prossimo. Il sondaggio condotto nell’ambito dello studio di Swiss Life evidenzia, ad esempio, che le giovani donne senza figli che esprimono il desiderio di averne si aspettano più spesso di ridurre il proprio grado di occupazione rispetto alle loro controparti maschili. Una tale decisione in molti casi è duratura.

L’illustrazione mostra un uomo e una donna con delle monete.
L’illustrazione mostra un uomo e una donna con delle monete.
L’illustrazione mostra un uomo, una donna, un salvadanaio e delle monete.
L’illustrazione mostra un uomo, una donna, un salvadanaio e delle monete.
Illustrazione, viso da uomo e viso da donna
Illustrazione, viso da uomo e viso da donna

I risultati dello studio in sintesi:

  • La quota di famiglie fondate sulla convivenza è aumentata vertiginosamente nell’ultimo decennio: oggi una coppia su cinque con figli di età inferiore ai cinque anni non è sposata, mentre nel 2010 la proporzione era di poco più di una coppia su dieci.
  • Le madri in coppie conviventi, con un grado di occupazione medio del 58%, lavorano sì in più rispetto alle madri sposate (45%), ma nettamente meno dei padri (circa 90%).
  • Così facendo, molte madri non sposate si espongono a notevoli rischi previdenziali in caso di separazione o decesso del partner, ma non si occupano molto della questione.
  • Riguardo all’attività lucrativa, continuano a prevalere chiaramente i ruoli tradizionali: in Svizzera i padri lavorano a un grado di occupazione di circa il 40% in più rispetto alle madri. Tuttavia, se padri e madri potessero scegliere liberamente, la differenza si ridurrebbe più che della metà.
  • Solo il 39% della popolazione riflette a fondo sulle ripercussioni del proprio grado di occupazione sulla previdenza per la vecchiaia. Le donne che riflettono sulla questione presentano in media un grado di occupazione di 6 punti percentuali più elevato.
  • Le coppie sposate sottovalutano la probabilità di divorzio. Solo un uomo su quattro e una donna su cinque riflette a fondo sulle eventuali conseguenze nell’ambito della previdenza per la vecchiaia.

Il «gap del grado di occupazione» si sta riducendo, ma non accenna a sparire

Fotoritratto di un uomo
Una volta ridotto il grado di occupazione, spesso non si lavora più a tempo pieno fino al pensionamento.

Più bassi sono i redditi provenienti da un’attività lucrativa, più basse sono le rendite, soprattutto nella previdenza professionale. Inoltre anche le possibilità di risparmio nel terzo pilastro sono maggiormente limitate. Secondo un sondaggio di Swiss Life le donne che versano nel pilastro 3a sono meno rispetto agli uomini (56% vs. 65%), soprattutto per via del reddito. Inoltre, anche indipendentemente dal reddito, investono meno in azioni, obbligazioni o fondi (22% vs. 38%).

Diagramma del tasso di attività di uomini e donne
Diagramma del tasso di attività di uomini e donne
Diagramma grado di occupazione medio di uomini e donne con e senza figli
Diagramma grado di occupazione medio di uomini e donne con e senza figli
Diagramma del comportamento d’investimento di donne e uomini
Diagramma del comportamento d’investimento di donne e uomini

La partecipazione alla forza lavoro continua a essere influenzata dalla suddivisione classica dei ruoli

Lo studio di Swiss Life mette in luce anche diversi motivi delle differenze di genere a livello di partecipazione al mercato del lavoro. Da un lato emerge una chiara visione dei ruoli: in media, per i genitori con figli piccoli, le persone intervistate considerano ideale un grado di occupazione del 50% per la madre e dell’80% per il padre. Se potessero scegliere liberamente, i padri lavorerebbero a un grado di occupazione mediamente inferiore (74%) rispetto a quello effettivo (93%), le madri invece lavorerebbero leggermente di più (58% anziché 54%). Ciò indica che non sono solo le preferenze e la ripartizione dei ruoli a influenzare la partecipazione al mercato del lavoro, ma vi sono anche dei vincoli oggettivi. Il sondaggio rivela infatti che per circa un terzo delle madri senza lavoro o con un lavoro part-time il motivo risiede nel numero insufficiente o nel costo troppo elevato di posti negli asili nido o di servizi extrascolastici.

Diagramma del grado di occupazione auspicato di uomini e donne
Diagramma del grado di occupazione auspicato di uomini e donne

Che ripercussioni ha il grado di occupazione sulla previdenza per la vecchiaia?

Nonostante ciò, secondo quanto dichiarato, solo una minoranza delle donne (37%) e degli uomini (41%) intervistati ha riflettuto a fondo sulle conseguenze del grado di occupazione sulla propria previdenza per la vecchiaia.

Diagramma a curve per età e riflessione sulla previdenza
Diagramma a curve per età e riflessione sulla previdenza
Diagramma a barre del grado di occupazione di uomini e donne
Diagramma a barre del grado di occupazione di uomini e donne

Il rischio di divorzio viene sottovalutato e non vengono considerate le conseguenze finanziarie 

Un altro aspetto fondamentale nel gender pension gap è la situazione familiare. La disparità tra le pensioni, ad esempio, è più marcata tra gli attuali pensionati coniugati, anche se in questi casi in genere le ripercussioni finanziarie dirette sono meno incisive rispetto ad altre situazioni. Probabilmente il quadro non cambierà in futuro, dato che la maggior parte delle coppie sposate intervistate di età inferiore ai 64 anni condivide per la maggior parte i propri redditi (66%). Occorre tener presente che qualsiasi matrimonio prima o poi finisce in seguito a divorzio o morte. Le persone interpellate, tuttavia, sottovalutano il rischio del divorzio: in media, stimano tale rischio allo stesso livello del rischio di rimanere vedovi/e prima del pensionamento. In realtà, però, in età lavorativa il numero delle donne che divorziano è circa 4,5 volte superiore a quello delle donne che rimangono vedove. Inoltre solo il 26% degli uomini sposati e il 19% delle donne sposate si interrogano a fondo sulle ripercussioni che il divorzio avrebbe sulla loro previdenza per la vecchiaia.

Le madri che lavorano part-time in famiglie fondate sulla convivenza presentano rischi previdenziali più accentuati

Nel 2022 circa il 20% delle coppie con figli di meno di cinque anni non era sposato, mentre nel 2010 la percentuale superava appena il 10%. Le madri non sposate con partner e figli di età inferiore ai 15 anni lavorano in media al 58% e sono quindi più presenti sul mercato del lavoro rispetto alle madri coniugate (45%), ma nettamente meno presenti dei padri (circa il 90%). Il forte aumento di tali situazioni comporta nuove sfide dal punto di vista previdenziale, in quanto le madri che lavorano a tempo parziale in economie domestiche conviventi godono di una copertura peggiore in caso di separazione o decesso del partner rispetto a quelle sposate. 

Diagramma a curve del tasso di natalità
Diagramma a curve del tasso di natalità
Diagramma a barre del grado di occupazione dei genitori in convivenza
Diagramma a barre del grado di occupazione dei genitori in convivenza

Altri articoli interessanti

Sapere

Studio sul gender pension gap: i ruoli cementano le disuguaglianze tra le rendite?

Per saperne di più

Sapere

Studio sulla previdenza: anche in pensione le donne sono finanziariamente penalizzate

Per saperne di più

Sapere

«Non basta dire “Donne, dovete lavorare di più per colmare il gender pension gap!”»

Per saperne di più