La riforma AVS 21 crea nuove condizioni quadro per i dipendenti. Ne derivano nuove opportunità e sfide anche per le imprese.
1. Gli aspetti principali: verificare le basi del contratto di lavoro
L’innalzamento dell’età di riferimento per le donne e le maggiori possibilità di flessibilizzazione relative alla
riscossione della rendita AVS si ripercuotono anche sul rapporto di lavoro. Si raccomanda pertanto di verificare i contratti di lavoro e i regolamenti del personale e, se necessario, di adeguarli alla nuova situazione. Ciò vale in particolare se nei documenti vengono fornite indicazioni fisse sull’età. L’ideale sarebbe sostituirle con dati dinamici. Occorre, inoltre, garantire che il progressivo innalzamento dell’età di riferimento si rispecchi nel sistema salariale (ad esempio per il calcolo della franchigia in caso di attività lucrativa oltre l’età di riferimento).
2. Ottimizzare la previdenza: sfruttare le opportunità nella cassa pensioni
L’introduzione dell’età di riferimento unitaria di 65 anni e il relativo aumento da 64 a 65 anni per le donne valgono anche per il secondo pilastro (previdenza professionale). Di conseguenza le donne risparmiano più a lungo per la previdenza per la vecchiaia e beneficiano, così, di prestazioni di vecchiaia più elevate. I datori di lavoro hanno l’opportunità di sfruttare questo momento e verificare eventuali ulteriori possibilità di ottimizzazione nell’allestimento della previdenza professionale per il personale. Per esempio, ridurre l’importo di coordinamento o tenere conto del grado di occupazione, in particolare per i dipendenti a tempo
parziale e per i dipendenti con reddito più basso, si ripercuote positivamente sulle loro prestazioni assicurate.
3. Contro la carenza di personale qualificato: maggiori incentivi grazie alla
flessibilità
La riforma consente un passaggio graduale dall’attività lucrativa al pensionamento e, al contempo, fornisce incentivi per l’attività lucrativa dopo l’età di riferimento. Concretamente è possibile anticipare parzialmente sia le prestazioni di vecchiaia AVS che quelle LPP oppure differire la riscossione oltre l’età di riferimento. Chi, inoltre, continua a lavorare dopo i 65 anni, può colmare eventuali lacune con i contributi AVS ulteriormente prestati, migliorando così la propria rendita AVS. Queste misure offrono opportunità anche ai datori di lavoro, in quanto il personale, ad esempio quello a tempo parziale, può rimanere più a lungo nell’impresa.
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4. Pianificazione in comune: dialogo per soluzioni migliori
Ora la rendita di vecchiaia dell’AVS non deve più, necessariamente, essere anticipata o differita solo di anni interi: anche il mese di pensionamento può essere scelto liberamente. E anche nella cassa pensioni la riscossione delle prestazioni di vecchiaia può essere sempre collegata alla cessazione effettiva dell’attività lucrativa. Ciò richiede un maggiore coordinamento tra datori di lavoro, dipendenti e istituzioni di previdenza, ma offre flessibilità per un piano di pensionamento individuale in piena libertà di scelta che sia adatto sia ai datori di lavoro che ai/alle dipendenti. L’importante è pianificare per tempo.
5. Offrire supporto: informazioni per prendere decisioni giuste
Il tema della previdenza inizia con l’AVS (primo pilastro), continua con la previdenza professionale (secondo pilastro) e, infine, si conclude con la previdenza privata (pilastri 3a e 3b), che costituisce l’ambito maggiormente influenzabile. Le imprese possono fornire al loro personale informazioni e quindi un prezioso contributo per agevolare una pianificazione del pensionamento di comune intesa. A questo proposito
Swiss Life propone eventi informativi dedicati al personale: i consulenti e le consulenti previdenziali di Swiss Life illustrano al personale le possibilità di una vita in piena libertà di scelta dopo il pensionamento.
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Illustrazioni: Till Lauer