La notizia della possibile soppressione dell’imposta sul valore locativo proprio ha rallegrato numerosi proprietari d’abitazioni. Nel 2017 la commissione del Consiglio degli Stati competente ha proposto una modifica del sistema. Le successive deliberazioni del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati hanno rivelato che il progetto gode di un certo sostegno. Da allora si discute in merito a una soluzione.

L’imposta sul valore locativo proprio è un’imposizione su un reddito fittizio del proprio immobile che non esiste nella maggior parte degli altri Paesi europei. Di conseguenza, la tassa è impopolare e fin dagli anni ’90 si è cercato a più riprese di eliminarla. Tuttavia, non si è ancora raggiunto un accordo definitivo su tutte le questioni relative al nuovo sistema di imposizione, per cui una modifica legislativa definitiva si fa
ancora attendere. 

Abolire il valore locativo proprio – Ma come?

In particolare la discussione relativa alla modifica del sistema verte sui seguenti punti principali:

  • Per le abitazioni proprie esenti dall’imposta sul valore locativo proprio non sono più deducibili spese di mantenimento. 
  • Il valore locativo proprio viene meno solo per il domicilio principale, ma non per appartamenti o case di vacanza. 
  • In caso di immobili affittati è ancora possibile dedurre i costi di conseguimento (interessi sui debiti, spese di mantenimento, spese amministrative ecc.), poiché anche i redditi locativi rimangono imponibili. 
  • Chi acquista per la prima volta una proprietà abitativa, nei primi dieci anni può dedurre una parte degli interessi ipotecari. La cosiddetta deduzione per il primo acquirente ammonta il primo anno a 5 000 franchi e per i coniugi a 10 000 franchi. La deduzione diminuirebbe in modo lineare nell’arco di dieci anni.

Mantenere o cancellare completamente le deduzioni?

I punti sopra elencati sono più o meno incontestati. La situazione si complica nel caso della deduzione degli interessi passivi. Le proposte differiscono in termini di livello delle deduzioni rispetto ai proventi patrimoniali
imponibili e vanno dalla deduzione completa alla soppressione senza sostituzione. Tuttavia l’Associazione Svizzera dei Proprietari Fondiari, ad esempio, non accoglierebbe con favore la soppressione completa delle deduzioni. Secondo i loro esperti fiscali, la possibilità di dedurre gli interessi su debiti privati in cambio di proventi patrimoniali imponibili sarebbe comunque una parità di trattamento di tutti i contribuenti.

A chi porta vantaggio questo cambio di sistema?

Beneficiano di una modifica dell’imposta sul valore locativo proprio soprattutto i proprietari di immobili che hanno già quasi ammortizzato la loro ipoteca e non devono più investire in misura considerevole nella manutenzione dell’immobile, e che potrebbero dunque far valere meno deduzioni. Inoltre, l’onere verrebbe alleggerito nettamente anche per i pensionati che possiedono un’abitazione propria. Infatti, anche se i redditi dopo il pensionamento nella maggior parte dei casi diminuiscono, il valore locativo proprio imponibile
rimane invariato. In molti casi la ponderazione può spostarsi fortemente a scapito dei beneficiari di rendite. Le famiglie con figli o i genitori che lavorano in generale invece ne beneficerebbero di meno. Ne risentirebbero anche gli acquirenti di immobili vecchi. Gli esperti si aspettano che possano diminuire gli investimenti globali nella ristrutturazione e nella manutenzione di immobili vecchi.

I bassi tassi d’interesse favoriscono il cambio di sistema

Anche il livello dei tassi d’interesse è determinante per le ripercussioni sull’imposta. Fintantoché rimane basso come finora, per molti proprietari di immobili le deduzioni sono inferiori all’imposta sul valore
locativo proprio. Un cambio di sistema gioverebbe anche a questi proprietari. E per il momento non ci si aspetta un massiccio aumento degli interessi ipotecari al 3% e oltre.

I proprietari di un’abitazione dovranno ormai pazientare ancora un po'. Ci vorrà del tempo prima che il Consiglio degli Stati e il Consiglio federale riescano a trovare un’intesa. Un eventuale cambio di sistema non
entrerà in vigore prima del 2023.

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