Ereditare immobili comporta qualche problema. Anche se tra gli eredi a prima vista regna l'intesa, esistono delle trappole che è meglio evitare. Il blog di Immopulse ve ne offre una panoramica.

Fortunato chi può definire come suddividere la propria eredità mentre è ancora in vita. In un testamento o in un contratto successorio è possibile decidere in modo ideale come ripartire il patrimonio con la partecipazione degli eredi. Oppure si può donare il proprio immobile agli eredi e proteggere così il proprio patrimonio per l'eventualità dell'ingresso in casa di cura. Ma cosa succede se non si è provveduto a questi preparativi e non è stato possibile trasferire un immobile quando si era ancora in vita?

Ereditare immobili: caso ideale con ostacolo

Il caso ideale è quello in cui un erede riprende l'intero immobile e liquida agli altri l'importo eventualmente dovuto. «Tutto sbrigato», si tende a pensare. Ma non è così! Se infatti l'erede vende successivamente l'immobile con un utile, a seconda delle circostanze, riceve dallo Stato un "conto" salato da pagare sotto forma di imposta sugli utili da sostanza immobiliare. Sia per l'incremento di valore, sia per l'imposta sugli utili da sostanza immobiliare, prima della divisione ereditaria dovrebbe essere raggiunta un'intesa.

Prestito degli eredi

Nel caso in cui chi eredita la casa abbia risorse insufficienti per liquidare gli altri eredi, sussiste pur sempre la possibilità che questi ultimi gli concedano un prestito con la casa come garanzia. In caso di intesa tra gli eredi, questa sarebbe la soluzione migliore. Se si tratta di una casa plurifamiliare, la suddivisione in proprietà per piani è una buona soluzione.

Restare comproprietari della casa

Se tra gli eredi regna l'armonia, la comunione ereditaria può essere mantenuta e gli eredi restano comproprietari dell'immobile. Le decisioni devono però essere adottate all'unanimità e ciascun erede può richiedere la divisione ereditaria in qualsiasi momento.

Anche in questo caso esiste una trappola fiscale. Se infatti la casa viene demolita e sostituita da un nuovo edificio, dal punto di vista fiscale quest'ultimo è considerato come un'attività commerciale: la comunione ereditaria quindi si scioglie e si dà vita a una società semplice. Senza pagare le imposte dovute, non è allora più possibile trasferire l'immobile a uno degli eredi.

La vendita è per lo più la soluzione più facile

Nel passare in rassegna queste possibilità, si pone la domanda se gli eredi vogliano accollarsi tutto ciò. Infatti, la soluzione più semplice per tutti è vendere l'immobile e suddividere il ricavato al netto delle spese sostenute. In questo caso si consiglia di affidare la vendita a un professionista, che sarà in grado di eseguire l'operazione senza attaccamenti emotivi. Una cosa che spesso agli eredi resta difficile.

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