«Sono un funambolo senza rete»

Oltre alle giostre nostalgiche per bambini e alle montagne russe spericolate, il Ticiland di Stein am Rhein (Sciaffusa) vanta anche un fondatore visionario. Un’intervista a Peter Hablützel, un vero imprenditore o come si autodefinisce, “uno che non molla mai la presa”.

La sua famiglia lavora nel settore delle fiere fin dal 1881. Ha sempre voluto seguire le orme della sua famiglia?
Da piccolo non mi è mai piaciuto andare sulle giostre. A dire il vero, preferivo andare a grigliare nel bosco. Eppure, in qualche modo, ero predestinato, geneticamente predisposto per questo ambiente. Sono sempre stato tentato dall’idea di creare qualcosa di nuovo in questo mondo fantastico. In definitiva sono rimasto fedele al mondo delle giostre per tutta la vita, dapprima come impiegato nell’impresa di famiglia e poi come imprenditore indipendente.

Lei ha sempre inseguito il sogno di aprire un parco divertimenti in Svizzera. Perché?
Volevo creare momenti indimenticabili per gli altri, far sorridere le persone e stupirle. E poi, all’epoca, era di moda nel nostro settore. A un certo punto non avevamo più i mezzi finanziari per viaggiare con le attrazioni da una città all’altra e ci siamo dovuti fermare in un posto. Già allora mio padre aveva il progetto di fondare un parco tematico per famiglie in Svizzera. Ma non ci riuscì a causa del capitale e del permesso di costruzione. Così ho ripreso il suo progetto e non ho mollato fino a quando non sono riuscito a realizzarlo.

Ora ha realizzato il suo sogno. Cosa ha provato?
Il momento in cui ho ottenuto il permesso di costruzione e quindi il via per il Ticiland è stato indescrivibile. Finalmente ho potuto fare questo grande passo e realizzare il mio sogno. Tutti i presupposti c’erano e quindi sono partito!

Ha già in mente di fare altro, vero?
Nella mia vita sono sempre andato avanti rapidamente e di questo sono molto grato. Questo, naturalmente, mi spinge spesso a confrontarmi con qualcosa di nuovo. Ho sempre avuto un sacco di idee. L’unica cosa che mi mancava era sempre il capitale sufficiente per poterle realizzare.

Come ha fatto a restare tuttavia ottimista dal punto di vista finanziario?
Sono un funambolo senza rete e vivo nel qui e ora. Per questo non ho bisogno di sicurezze per avere fiducia. Tuttavia devo ammettere che la previdenza per la vecchiaia, il capitale nel secondo e terzo pilastro, è stato per me un appoggio e mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno. L’ho visto come un capitale che mi avrebbe aiutato sempre ad andare avanti. E così è stato, anche quando ho realizzato il Ticiland e ho potuto attingere ai fondi del secondo e terzo pilastro.

Che ruolo ha svolto in tutto questo Jürg Renggli, il suo consulente previdenziale?
Sono arrivato a Swiss Life da giovane imprenditore molti anni fa. Allora non mi ero mai dedicato a fondo al tema delle assicurazioni, in particolare della previdenza. L’intesa con Jürg Renggli ha funzionato sin dall’inizio. Col tempo ci siamo conosciuti meglio e ho instaurato con lui un vero rapporto di fiducia. Non solo, è nata anche una certa amicizia. Jürg mi ha sempre accompagnato e sostenuto con le sue conoscenze tecniche e i suoi consigli amichevoli. Gliene sono molto grato.

Alla sua età, è ancora un vero imprenditore pieno di slancio. Qual è il suo segreto?
Sono rimasto giovane nella mente, sono ancora in forma e la tenacia non mi manca. Un aspetto fondamentale per il mio lavoro è proprio la tenacia, è una caratteristica mi contraddistingue: una volta presa la mira, non mollo finché non arrivo a destinazione.

Come descriverebbe se stesso?
Sono un po’ autoritario, lo so; e, a volte, sono distanziato. Sul mio conto si dice anche che sono un blocco di ghiaccio. È un giudizio che condivido e non sento il bisogno di cambiare le cose. Quando comincia la musica, sono io che dirigo l’orchestra. Non ho tempo per raggiungere il pubblico. Faccio fatica ad adattarmi, mi piace prendere io stesso le decisioni e devo poter vivere una vita libera.